Curiosità sul Molise: viaggio tra storia millenaria e natura selvaggia

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“Il Molise non esiste”: quante volte abbiamo sentito o letto questa frase, diventata quasi un mantra ironico per descrivere una regione percepita come talmente piccola e defilata da sfiorare l’invisibilità? Eppure, come ogni esperto viaggiatore sa, sono proprio i luoghi più sussurrati, lontani dai clamori del turismo di massa, a custodire i tesori più autentici e sorprendenti. Il Molise esiste, eccome. Esiste nelle sue foreste incontaminate, nelle sue tradizioni millenarie e nelle storie silenziose che le sue antiche pietre raccontano. Nata ufficialmente solo nel 1963, staccandosi dall’Abruzzo per diventare la penultima regione italiana per dimensione, questa terra è un concentrato di storia, natura e cultura che smentisce ogni stereotipo.
Questo articolo vuole essere un viaggio alla scoperta di alcune affascinanti curiosità sul Molise, un invito a esplorare un territorio che, una volta conosciuto, non si dimentica più, proprio perché capace di offrire un’esperienza di viaggio genuina e profondamente umana.

Dal Meridiano di Termoli alle Campane del Papa

Una delle prime sorprese che il Molise riserva è legata a un concetto universale: il tempo. Pochi sanno che l’ora ufficiale italiana, quella che scandisce le giornate di milioni di persone, è strettamente legata a questa piccola regione. È infatti attraverso Termoli, la principale città costiera molisana, che passa il 15° meridiano Est, il fuso di riferimento per l’Europa Centrale (CET) che determina l’orario del nostro Paese, un’ora avanti rispetto al tempo universale di Greenwich. Questo è un simbolo della centralità nascosta di una regione che, geograficamente e temporalmente, si trova nel cuore pulsante del sistema orario nazionale.

Ma se Termoli misura il tempo convenzionale, è nell’entroterra, ad Agnone, che il tempo sembra assumere una dimensione sonora e sacra. Qui ha sede la Pontificia Fonderia Marinelli, considerata la più antica fonderia di campane d’Italia e, con ogni probabilità, una delle più antiche al mondo ancora in attività. Operativa da circa mille anni, questa azienda familiare si tramanda di generazione in generazione un’arte antichissima, forgiando campane per le chiese di tutto il pianeta con le stesse tecniche medievali. Visitare la fonderia e il suo museo significa ascoltare il rintocco della storia, osservare un processo produttivo che è un vero e proprio rito e scoprire che le campane che suonano in Vaticano, per annunciare gli eventi più solenni della cristianità, nascono proprio qui, nel cuore del Molise: un luogo dove il tempo non si conta, ma si plasma e si ascolta.

Sulle tracce dei sanniti e dell’uomo primitivo

Viaggiare in Molise è come sfogliare un libro di storia che inizia da capitoli incredibilmente remoti. Infatti, presso Isernia, nel sito archeologico “La Pineta”, è stato scoperto uno dei più importanti giacimenti preistorici d’Europa. Qui, circa 700.000 anni fa, un gruppo di Homo aescerniensis si accampò sulle rive di un antico lago. I reperti, che includono ossa di grandi animali come elefanti, bisonti e rinoceronti, insieme a migliaia di strumenti in selce, ci offrono una finestra su un mondo lontanissimo. La scoperta, arricchita dal ritrovamento a pochi chilometri di distanza dello scheletro quasi completo di un mammut, conferma il Molise come una culla della presenza umana nel continente.

Ma la grande epopea storica che ha forgiato il carattere fiero e indomito di questa terra è quella dei Sanniti: questo popolo guerriero, che abitava le montagne dell’Appennino centro-meridionale, osò sfidare la potenza crescente di Roma in una serie di guerre durate quasi mezzo secolo. Sebbene alla fine vennero sconfitti, i Sanniti lasciarono un’eredità indelebile. Visitare le aree archeologiche come quella di Pietrabbondante, con il suo maestoso complesso di tempio-teatro, significa entrare in contatto diretto con la loro civiltà, ammirare la loro abilità costruttiva e percepire l’orgoglio di un popolo che non si arrese mai completamente. Tra le tante curiosità sul Molise, quella di camminare sulle stesse pietre di uomini preistorici e fieri guerrieri sanniti è senza dubbio una delle più emozionanti.

Le Vie del Silenzio e della musica

Paesaggio molise

Il paesaggio molisano è solcato da sentieri d’erba che si snodano per centinaia di chilometri: sono i tratturi. Queste antichissime “autostrade” naturali risalenti all’epoca pre-romana, erano le vie della transumanza, percorse per secoli da milioni di pecore che si spostavano dai pascoli montani abruzzesi e molisani verso il clima più mite del Tavoliere delle Puglie. Oggi, questo reticolo di percorsi, candidato a diventare Patrimonio dell’Umanità UNESCO, rappresenta un patrimonio inestimabile di biodiversità e un’opportunità unica per un turismo lento e sostenibile. Percorrere un tratto di questi sentieri a piedi, a cavallo o in bicicletta significa immergersi in un silenzio quasi surreale, in un paesaggio immutato dove la natura regna sovrana.

A questo silenzio fa da contrappunto una tradizione musicale vibrante e arcaica. Scapoli, un piccolo borgo alle pendici delle Mainarde, è conosciuto in tutto il mondo come la capitale della zampogna, l’antica cornamusa italiana: qui, abili artigiani costruiscono ancora a mano questo strumento dal suono potente e malinconico. Ogni anno, a luglio, il paese ospita un Festival Internazionale che attira musicisti e appassionati da ogni luogo, trasformando i vicoli in un palcoscenico di musiche popolari.

Terra di castelli e rituali ancestrali

Il profilo del Molise è inconfondibilmente segnato dalla presenza di innumerevoli castelli, rocche e torri di avvistamento, testimonianza di un passato medievale turbolento e strategico. Ogni borgo sembra avere il suo maniero, posto a guardia di valli e sentieri. Dal maestoso Castello Monforte, che domina Campobasso, al Castello Pandone di Venafro con i suoi straordinari affreschi di cavalli, fino al fiabesco castello di Civitacampomarano, che sembra fondersi con il paese stesso. Questo fitto tessuto di fortificazioni non è solo un’attrazione per gli appassionati di storia, ma costituisce la spina dorsale del paesaggio e dell’identità di molti centri storici.

Questa eredità storica si fonde con tradizioni popolari che hanno radici ancestrali, spesso legate al fuoco e alla terra. La più spettacolare è senza dubbio la ‘Ndocciata di Agnone, che si tiene la vigilia di Natale. È un’impressionante processione di fuoco, in cui uomini di ogni età sfilano portando sulle spalle delle enormi torce multiple, le ‘ndocce, che illuminano la notte e creano un’atmosfera primordiale e quasi pagana. Altrettanto sentita è la Carrese di San Martino in Pensilis, una sfrenata corsa di carri trainati da buoi che scatena la passione di intere comunità, in una competizione che affonda le sue radici in antichi riti propiziatori per la fertilità della terra. Questi eventi non sono folklore per turisti, ma momenti di profonda identità collettiva che rivelano l’anima più vera e passionale del popolo molisano.

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