Panchine giganti Langhe: da un’intuizione geniale a un fenomeno di tendenza

Condividi

Le colline di Langhe, Roero e Monferrato, riconosciute come Patrimonio dell’Umanità UNESCO, offrono da sempre scenari di struggente bellezza, un susseguirsi di vigneti ordinati, borghi antichi e orizzonti che si perdono all’infinito. In questo contesto già di per sé magnifico, da circa un decennio sono apparsi degli oggetti inattesi, colorati e fuori scala, che hanno saputo dialogare con il paesaggio in modo del tutto originale: le Panchine Giganti.

Nate quasi per gioco, queste installazioni sono diventate in breve tempo un’attrazione irresistibile, un fenomeno che unisce design, promozione del territorio e un invito a riscoprire il piacere della meraviglia. L’esperienza di sedersi su una di queste enormi sedute va oltre la semplice sosta; si tratta di un cambio di prospettiva, un modo per tornare bambini e sentirsi piccoli di fronte alla grandezza della natura.

Queste panchine panoramiche non sono semplici arredi urbani, ma vere e proprie destinazioni, punti di interesse che stimolano un turismo lento e curioso, spingendo le persone a esplorare angoli meno conosciuti di un territorio straordinario. Il successo del progetto è la prova che un’intuizione creativa, se radicata nel rispetto del luogo che la ospita, può trasformarsi in un potente strumento di valorizzazione.

L’origine del progetto: il big bench community project

Tutto ha inizio nel 2010 a Clavesana, un piccolo comune nel cuore delle Langhe, grazie alla visione del designer americano Chris Bangle. Affascinato dalla bellezza del paesaggio che era diventato la sua casa, Bangle decise di installare nel giardino della sua abitazione una panchina smisurata, ben visibile anche da lontano. L’idea di fondo era semplice e potente: creare un oggetto che, attraverso il cambio di scala, facesse sentire chiunque vi si sedesse di nuovo bambino, capace di stupirsi di fronte a un panorama familiare ma osservato con occhi diversi.

L’immediato entusiasmo suscitato da questa prima installazione ha spinto Bangle e sua moglie Catherine a dare vita al Big Bench Community Project (BBCP), una fondazione senza scopo di lucro nata per promuovere e regolamentare la costruzione di nuove panchine giganti. Il progetto si basa su principi chiari: le panchine devono essere costruite in punti panoramici, accessibili al pubblico e realizzate senza fondi pubblici, ma grazie al contributo di privati o associazioni che desiderano sostenere la propria comunità locale. Ogni panchina, inoltre, viene costruita seguendo un design specifico e utilizzando artigiani locali, promuovendo così anche l’economia del territorio.

Il design e il significato delle panchine colorate

Panchina_Gigante_Cuccaro_Monferrato

Una delle caratteristiche più riconoscibili delle installazioni del BBCP è senza dubbio l’uso vivace del colore. Ogni panchina gigante ha una tinta specifica, scelta spesso in relazione al contesto in cui è inserita: può richiamare i colori di uno stemma comunale, le sfumature del vino prodotto in quella zona o semplicemente creare un contrasto cromatico forte e gioioso con il paesaggio circostante. Queste macchie di colore brillante, visibili da lontano, agiscono come un richiamo visivo, un invito all’esplorazione.

Le panchine colorate non sono quindi una scelta casuale, ma un elemento fondamentale del progetto che contribuisce a creare un’atmosfera ludica e positiva. Anche le misure panchine sono studiate con precisione: le dimensioni fuori scala non sono arbitrarie ma rispondono all’esigenza di alterare la percezione, costringendo l’adulto a compiere lo sforzo di arrampicarsi, proprio come farebbe un bambino. Questa azione fisica, unita alla vista mozzafiato che si gode una volta seduti, genera un’esperienza emotiva unica, un momento di spensieratezza che permette di staccare dalla routine quotidiana e di riconnettersi con l’ambiente circostante in modo più intimo e profondo.

Un fenomeno in espansione: dalle Langhe al Monferrato e oltre

Se le Langhe sono state la culla del progetto, il successo travolgente delle installazioni ha portato ben presto alla loro diffusione in altre aree. Oggi, la caccia alle panchine non si limita più al territorio di Langa, ma si estende a macchia d’olio in tutto il Piemonte e persino oltre i confini regionali e nazionali.

Le panchine giganti Monferrato sono diventate a loro volta una meta ambita, offrendo nuove prospettive sui paesaggi collinari di questa regione, caratterizzati da una bellezza forse più discreta ma non meno affascinante. L’espansione del circuito delle panchine giganti in Piemonte ha creato una sorta di “turismo diffuso“, che incentiva i visitatori a muoversi tra diversi comuni, spesso al di fuori delle rotte più battute, alla ricerca della prossima installazione.

Per tenere traccia delle panchine ufficiali del circuito BBCP, è stato creato un passaporto speciale: i visitatori possono collezionare i timbri unici di ogni panchina, un modo divertente per certificare la propria visita e per avere un ricordo tangibile dell’esperienza. Questo sistema non solo stimola il viaggio, ma favorisce anche le attività commerciali locali (bar, cantine, negozi) presso cui è possibile trovare i timbri, creando un circolo virtuoso che beneficia l’intera comunità.

Vivere l’esperienza: come e perché partecipare a questa caccia al tesoro

Partecipare al “tour” delle panchine giganti significa abbracciare una filosofia di viaggio basata sulla lentezza, sulla scoperta e sulla curiosità. Non si tratta semplicemente di raggiungere un punto su una mappa e scattare una fotografia, ma di godersi il percorso per arrivarci, che spesso si snoda lungo strade secondarie di campagna, attraverso vigneti e piccoli borghi.

L’esperienza è adatta a tutti: famiglie con bambini, coppie in cerca di scorci romantici, gruppi di amici. Ogni panchina offre una prospettiva unica e un’emozione diversa. Per organizzare al meglio il proprio itinerario, esistono mappe online e app dedicate che geolocalizzano tutte le installazioni del circuito ufficiale. Il consiglio è quello di non limitarsi a visitare le panchine più famose, ma di lasciarsi guidare anche dalla curiosità verso quelle meno conosciute, che spesso riservano le sorprese più belle e i paesaggi più autentici.

In definitiva, il fenomeno delle panchine panoramiche giganti dimostra come un’idea semplice, fondata sulla bellezza e sulla condivisione, possa generare un impatto profondo, trasformando un oggetto di uso quotidiano in un simbolo di accoglienza e in un invito universale a guardare il mondo, e forse anche noi stessi, da una prospettiva più alta e serena.

Lascia un commento